La Lombardia è oggi, così come lo è stata nel secolo scorso, la regione italiana più industrializzata e popolosa.
Essendo situata nella parte alta della Penisola, vicina al confine con gli Stati del Nord, è stata caratterizzata nel corso dei secoli da flussi migratori, invasioni e sottoposta a cambiamenti di confini politici stabiliti a tavolino. I passaggi di diversi popoli, aventi lingue e culture differenti tra loro, hanno influito in maniera inevitabile sulla cultura, la lingua e i dialetti della Lombardia, costituendone i tratti e la lingua dialettale tuttora presente. Cerchiamo di rappresentare il quadro linguistico presente oggigiorno e riportare alcuni dei fattori linguistici che forse non tutti conoscono.
Il lombardo appartiene al gruppo delle lingua gallo-italiche e non coincide in maniera precisa al confine amministrativo della regione Lombardia. L’area delle lingue dialettali lombarde corrisponde in gran parte a quella dell’influsso culturale e linguistico di Milano in epoca medievale. L’area parlante il lombardo comprende quindi anche il Novarese con la Val d’Ossola, l’intero Canton Ticino e i Grigioni di lingua italiana, alcune valli del Trentino occidentale.
Secondo il linguista Biondelli, l’area lombarda può essere suddivisa linguisticamente in due aree: quella orientale e quella occidentale.
L’area linguistica occidentale comprende l’area di Milano, Varese, Como, Lecco, Lodi, Pavia e Novara; l’area parlante la lingua orientale comprende le province di Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova.
Biondelli, che propose tale bipartizione alla metà del 1800, riconobbe delle differenze tra le lingue dialettali differenze tali al punto che potrebbero essere considerate due lingue separate. La differenza tra le lingue dialettali è imputabile caratterizzata da una ripartizione geografica poiché le due aree sono separate dall'Adda. Nella sezione occidentale è caratteristico il rotacismo del suono [l] intervocalico; per esemplificare, in una normale conversazione potremmo sentir pronunciare “para” anziché l’italiano “pala”. Nella parte orientale la lingua è caratterizzata dalla caduta di “n” finale o preconsonantica; sentiremo quindi pronunciare “man” anziché “mano” e “dèt” al posto di “dente”.
Volendo valutare la vitalità linguistica del lombardo è necessario notare che la Lombardia, secondo i dati ISTAT del 2006, si colloca nelle posizioni di coda per quanto riguarda l’uso esclusivo o prevalente del dialetto, sia in famiglia (9,1%, sette punti sotto la media nazionale) che con gli amici (7,1%, sei punti sotto).
Sono comunque presenti alcuni testi letterari prodotti in lingua dialettale lombarda.
Riportiamo, ad esempio, “L'albero degli zoccoli” di Ermanno Olmi prodotto in dialetto bergamasco, “Ona strada bagnada” di Lamberto Caimi e “Desmentegass” di Lamberto Caimi.
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